LA MUSICA DI CONSUMO AFRICANA

La musica leggera che si produce in Africa è una miscela di tradizioni indigene, europee, americane e mediorientali. La sua popolarità internazionale è cresciuta nel corso degli anni Ottanta grazie anche alla presenza di musicisti africani in album di star della musica occidentale come Paul Simon, Peter Gabriel e David Byrne. Lo stile più influente in questo campo è il soukouss, una musica per orchestra di chitarre di origine congolese sviluppatasi sotto l'influsso della musica afrocubana. Tra i suoi esponenti vi sono Franco e l'Orchestre O.K. Jazz, Mbilia Bel, Papa Wemba e Loketa.
Nell'ultimo decennio si è sviluppato in Ghana uno stile definito highlife, eseguito da due tipi di complessi: l'orchestra da ballo, completa di trombe e sassofoni, e l'orchestra di chitarre elettriche accompagnate da una sezione di percussioni. In Nigeria, nello stile afro-beat di Fela Anikulapo-Kuti, proveniente dall'highlife, si avverte l'influsso della musica pop afroamericana e del jazz. Alcune delle star più popolari del juju (una variante dell'highlife che usa testi tradizionali e strumenti come il tamburo parlante) sono King Sunny Ade e Chief Commander Ebenezer Obey. In Zimbabwe, Thomas Mapfumo e il chitarrista Joshua Sithole hanno contribuito alla creazione di uno stile chiamato jiti, trasferendo la tecnica dello mbira shona alla chitarra elettrica. Questo stile ha svolto un ruolo importante nel diffondere i canti di resistenza durante la guerra di indipendenza contro il regime bianco della Rhodesia. La tradizione dei griot delle savane dell'Africa occidentale continua con musicisti come Miriam Makeba, il senegalese Youssou N'Dour e il maliano Salif Keita, che usano strumenti tradizionali quali lo xilofono e la kora affiancati da chitarre elettriche e sintetizzatori. Il loro stile vocale amalgama la musica islamica con quella delle savane.
In Sudafrica è nata una delle correnti più note della musica popolare africana: il mbaqanga, sviluppatosi nelle township (periferie nere) all'epoca dell'apartheid. I gruppi odierni di mbaqanga, come i Soul Brothers o Mahlathini and the Mahotella Queens, presentano una voce solista e un coro, chitarra e basso elettrico, batteria e varie combinazioni di sassofono, bandoneón o organo. Lo stile corale maschile zulu isicathamiya, adottato dai Ladysmith Black Mambazo, si rifà a canti nuziali tradizionali, stili corali afroamericani e inni metodisti.